Un viaggio infinito, imprevisti cambiamenti di rotta, un treno che diventa casa.
Se in Come Together il nomadismo del viaggio è fisicamente incarnato nella multietnicità dei passeggeri, nel film del 2007 il vagabondaggio è carattere intrinseco dei tre fratelli Whitman, separati dal giorno del funerale del padre e riuniti simbolicamente su un treno dall’altra parte del mondo.
Un nomadismo organizzato, con tanto di itinerario plastificato. E un nomadismo irrecuperabilmente infantile, che è allo stesso tempo effetto collaterale di un’incertezza quasi patologica e sintomo della necessità di essere ancora, dopo la morte della figura paterna, guidati – da qualcuno e verso qualcosa. Francis si propone come nuova guida, letteralmente pensando e prendendo decisioni al posto dei fratelli/compagni di viaggio. “Let’s go have a drink and smoke a cigarette” è la sua battuta ricorrente, emblematica di una (insicura) necessità di imporsi come fratello maggiore e come fulcro della famiglia.
Ma il viaggio rivela inevitabilmente l’inefficacia dei piani di Francis. Letteralmente, perché il treno si perde. Metaforicamente, perché l’itinerario non è direttamente stabilito da lui, ma scritto e programmato da Brendan, assistente nonché figura di appoggio del fratello “alfa”. La destinazione, poi, rivela la reale origine della premura di Francis: il suo, evidentemente, non è un fare paterno, ma piuttosto un’emulazione involontaria delle (precarie) cure materne.
Ad ogni modo, e inevitabilmente, l’impalcatura caratteriale del fratello dominante – che è, paradossalmente, anche il più debole e indifeso – cade, per ritrovare nel sincero affetto fraterno e nella reciproca complementarietà la chiave per ricostruire i rapporti familiari.
Partendo come uomini infantili e morbosamente legati a una figura genitoriale idealizzata, alla fine dell’itinerario, vestiti di nuova consapevolezza, i tre fratelli riescono a liberarsi dell’ingombrante bagaglio emotivo (nonché fisico, abbandonando finalmente le valigie del padre) e ad acquisire una nuova autonomia.
Il ritorno a casa, in Il treno per il Darjeeling e in Come Together, è possibile solo attraverso un lungo viaggio.
In Come Together il lungo viaggio è tale a causa del ritardo di 11,5 ore annunciato dal conducente Ralph. Diverso nelle premesse, è analogamente efficace nel riunire personaggi geograficamente lontani e fisicamente separati – le stesse finestre del treno che incorniciavano i passeggeri del Darjeeling Limited – in un incontro inizialmente forzato, ma che alla fine si rivela completamente naturale.
Lo spirito dello stare insieme; l’affetto familiare visto dalla prospettiva di un bambino (effettivo o incarnato in un personaggio apparentemente adulto); un treno interminabile che, anziché separare, concilia i diversi.
Questo Natale sedetevi comodi, Conductor Ralph ha già pensato a tutto.
Carlotta Po
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