GIGOLO’ PER CASO, John Turturro (2013)

ImmagineRiflessivo: non un film particolarmente profondo, che scatena in automatico un ragionamento a partire da un significato più alto, ma un film diverso, che non rientra in un alcun canone di commedia classica hollywoodiana, e che ci obbliga quindi a considerarne ogni aspetto, rinviandone di conseguenza il giudizio.

Rilassante: originale l’atmosfera che avvolge i personaggi, fatta di attimi ponderati, silenzi appropriati e ambientazioni calde. Turturro ribalta la concezione stereotipata di una New York caotica ed affollata in favore di una città più intima, in linea con le scelte stilistiche e tematiche che fanno di questo film un interessante esercizio cinematografico.

Se la sceneggiatura risulta abbasanza debole, i personaggi, l’ironia e il tono vagamente alleniano ne risollevano lo status.

A partire dalla tipica inettitudine di Murray (interpretato da Woody Allen), portatore di un sarcasmo pessimistico ed ingenuo, fino ad arrivare alla comunità ebraica stilizzata in ogni suo dettaglio, il regista dipinge un quadro discendente diretto del mondo creato senza eguali da Woody Allen. La musica jazz presente fin dai titoli iniziali, così come la leggerezza dell’atmosfera, ne sono un omaggio esplicito.

 

Federico Manicardi e Carlotta Po

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